Pensione anticipata, hai fatto bene il conteggio? Perchè non conviene

Optare per la pensione anticipata non è sempre una scelta positiva: ecco spiegato una volta per tutte il motivo per cui non conviene.

La pensione anticipata altro non è che il trattamento pensionistico di cui può usufruire il lavoratore prima che abbia raggiunto l’età fissata per poter andare in pensione. Ciò chiaramente può avvenire in possesso di requisiti contributivi specificamente fissati dalla normativa in vigore.

Pensione anticipata - Telereggiocalabria.it
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A proposito di questa possibilità comunque può essere utile sapere che non sempre risulta essere una scelta particolarmente conveniente. Ecco tutto quello che c’è da sapere riguardo ad un argomento di grande interesse per molte persone.

Pensione anticipata, conviene davvero?

Ad oggi, il lavoratore ha a disposizione diversi canali per poter smettere di lavorare in anticipo. Essi sono Quota 103, Opzione Donna, Ape Sociale. Ciò detto, è chiaro che il primo aspetto da considerare è che andare in pensione prima dà diritto ad un assegno sicuramente più basso.

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Nello specifico, Quota 103 presenta dei requisiti che sono soltanto contributivi e anagrafici: 62 anni di età e 41 anni di contributi. Ciò vale fino alla fine del 2023 a meno che il governo non decida di attuare una proroga e riuscisse a trovare una soluzione e salvo proroghe che interverranno soltanto se il governo non riuscisse a trovare una soluzione per superarla. In ogni caso, sorge spontaneo chiedersi chi sono coloro che andrebbero a rimetterci realmente accedendo al pensionamento anticipato.

In particolare, essi sono coloro che beneficiano già di uno stipendio alto o comunque medio e che avrebbero diritto a riscuotere una pensione mensile superiore ai 2800 euro. In poche parole, in questo caso, restare nel mondo del lavoro si rivelerebbe decisamente più conveniente e proficuo. Ad ogni modo, va detto che per le donne il pensionamento si ottiene a prescindere dall’età anagrafica, una volta che siano stati raggiunti i 41 anni e 10 mesi di contributi, mentre negli uomini salgono a 42 anni e 10 mesi.

Nella scelta in esame comunque, è importante valutare una serie di fattori. Nello specifico, si tratta di elementi che riguardano la sfera personale di ognuno. Tra questi ci può essere ad esempio la capacità di gestire lo stress causato dal lavoro o ancora il fatto che una volta avuto accesso a Quota 103, non si può più lavorare. A tal proposito va detto che è possibile solamente svolgere attività autonoma e occasionale, senza superare il limite di 5mila euro all’anno.

Tempo di permanenza a lavoro e importo pensione

In linea generale, è chiaro che maggiore è il tempo di permanenza nel mondo del lavoro, più elevato sarà l’importo di cui si potrà beneficiare mensilmente sulla pensione.

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Ciò accade chiaramente perchè il calcolo dello stesso viene fatto prendendo in considerazione il montante contributivo. Questo sale laddove il tempo lavorato risulta essere maggiore.